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Il Piano Regolatore Generale rappresenta il principale mezzo utilizzato dai Comuni per l’attuazione degli indirizzi al fine di creare lo sviluppo e la valorizzazione del territorio.

Il Piano prevede una serie di interventi finalizzati alla costruzione di nuove strade e alla realizzazione di edifici residenziali e scolastici, zone commerciali e produttive, e spazi dedicati allo sport. Inoltre, il P.R.G. prevede la salvaguardia di zone con particolari caratteristiche, come i centri storici, le aree naturali e gli edifici di interesse storico e archeologico. Il P.R.G. rappresenta un documento unico per ciascun Comune, che include sia elaborati grafici che norme tecniche di attuazione.

Queste norme indicano gli interventi edilizi ammessi e le relative modalità. Ad esempio, se si vuole realizzare un intervento edilizio, il progettista deve verificare preventivamente le norme del Piano per verificare la fattibilità del progetto. Qualsiasi altro intervento edilizio deve essere verificato in base alle normative vigenti e richiedere l’approvazione delle autorità competenti, come il Permesso a Costruire, C.I.L.A., S.C.I.A.

Per questo motivo, è sempre consigliabile affidarsi a professionisti competenti per garantire la corretta applicazione delle norme. La redazione del Piano Regolatore Generale prevede la previsione e lo studio del territorio, seguito dall’adozione del Piano da parte del Consiglio Comunale e dalla pubblicazione del documento per garantirne la trasparenza. I cittadini hanno 30 giorni di tempo per prendere visione del Piano e proporre eventuali osservazioni, che verranno valutate dal Consiglio Comunale per l’approvazione definitiva.

Il Piano Urbanistico Generale ha durata illimitata, ma può essere modificato tramite le “varianti” al Piano. Il Piano può prevedere l’utilizzo di strumenti urbanistici più dettagliati, come i Piani Particolareggiati (P.P.), i Piani per l’Edilizia Economica e Popolare (P.E.E.P.) e i Piani di Recupero (P.d.R.). In caso di espropriazione per pubblica utilità, i Comuni hanno la facoltà di intervenire nelle zone interessate dagli obiettivi comunitari.

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